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Maleficent 2: Signora del Male è un film di genere fantasy, avventura del 2019, diretto da Joachim Rønning, con Angelina Jolie e Elle Fanning. Durata 118 minuti. Distribuito da Walt Disney Pictures.

Maleficent 2: Signora del Male, il film diretto da Joachim Rønning, continua a seguire la complessa relazione tra Malefica (Angelina Jolie) e Aurora (Elle Fanning). Il loro rapporto, originato da un tradimento, dalla vendetta e infine dall’amore, è ormai cresciuto e si è consolidato in un forte legame. Ma quando il Principe Filippo (Harris Dickinson) chiede la mano ad Aurora, quest’ultima accetta immediatamente, senza consultarsi con Malefica, convinta che l’amore non sempre può portare a un esito felice. La ragazza è sicura di poter dimostrare alla creatura alata che il vero amore esiste e ignora il pensiero della sua madrina al riguardo.
L’imminente matrimonio tra i due giovani è motivo di festeggiamenti in tutto il Regno e nelle terre vicine, poiché le nozze uniranno i due mondi. Durante la cena di fidanzamento la madre di Filippo, la Regina Ingrith (Michelle Pfeiffer), dichiara a tavola che l’unione tra suo figlio e Aurora farà sì che la ragazza diventi sua, cosicché possa ricevere finalmente l’amore di una madre. Malefica offesa e infuriata decide di schierarsi contro la regina, ma questa volta la sua amata figlioccia si opporrà a lei, rimanendo accanto a Filippo e mettendo in discussione il legame con la madrina.
L’astio tra gli uomini e le creature magiche, tenuto in bilico fino a quel momento dal legame tra Aurora e Malefica, si acuisce, portando a uno scontro tra i due gruppi. Malefica e Aurora si ritroveranno sui fronti opposti di una Grande Guerra che metterà alla prova la loro lealtà e le porterà a chiedersi se potranno mai essere davvero una famiglia. Inoltre, un incontro inaspettato darà inizio a una nuova alleanza, grazie alla quale scenderanno in campo potenti forze oscure…

Joker è un film di genere thriller, drammatico, giallo del 2019, diretto da Todd Phillips, con Joaquin Phoenix e Robert De Niro. Durata 122 minuti. Distribuito da Warner Bros. Italia.

Joker, il film di Todd Phillips è incentrato sulla figura dell’iconico villain, ed è una storia originale, diversa da qualsiasi altro film su questo celebre personaggio apparso sul grande schermo fino ad ora. L’esplorazione di Phillips su Arthur Fleck, interpretato in modo indimenticabile da Joaquin Phoenix, è quella di un uomo che lotta per trovare la sua strada in una società fratturata come Gotham.
Durante il giorno lavora come pagliaccio, di notte si sforza di essere un comico di cabaret… ma scopre che lo zimbello sembra essere proprio lui.
Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia e crudeltà, Arthur prenderà una decisione sbagliata che provocherà una reazione a catena di eventi, utili alla cruda analisi di questo personaggio.
L’esplorazione da parte del regista Todd Phillips su Arthur Fleck, un uomo ignorato dalla società, non vuole soltanto uno studio crudo del personaggio ma una storia più ampia che si prefigge di lasciare un insegnamento, un monito.
Oltre a Joaquin Phoenix, il cast del film vede protagonisti Robert De NiroZazie Beetz e Frances Conroy.

Valutazione Pastorale

Segna un punto di svolta nella carriera del regista newyorkese Todd Phillips (classe 1970) il film “Joker” – Leone d’oro alla 76a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia – dopo titoli all’insegna dell’adrenalina ma dalla sostanza più evanescente: suoi sono i tre film “Una notte da leoni” e il remake “Starsky & Hutch”. Con “Joker” Philips sconfina i generi cinematografici di riferimento: l’opera, infatti, che si potrebbe definire come un prequel o spin-off del ciclo filmico dedicato a Batman (prendendo le mosse dai fumetti della DC Comics), abbandona in questa versione il fantasy per virare su un realismo drammatico; sembra muoversi in una direzione già tracciata da Christopher Nolan nella sua trilogia “Batman. Il cavaliere oscuro” (2005-2013). Di fatto, il suo “Joker” si spinge ben oltre, componendo un quadro di denuncia nei confronti della società odierna, così distante dagli ultimi e da coloro che vivono nella precarietà, abbandonati in un limbo di angosce. Quello che colpisce di più di “Joker” è proprio questa carica di denuncia e di realismo sociale. Non un prevedibile canovaccio da fumetto, giocato schematicamente sui temi del bene e del male, ma un atto d’accusa contro la società odierna: contro la politica dello scarto, la scellerata messa ai margini di chi vive una condizione di povertà e problematicità. Arthur per buona parte del film non è affatto un personaggio connotato negativamente, anzi. È la figura dell’uomo solo in un mondo indifferente e respingente. Da questo punto di vista “Joker” compone un quadro di denuncia degno di un cinema di impegno civile. Ma qualcosa poi sbanda… Cosa non funziona? Nel corso della narrazione matura una modalità di racconto a tesi, per cui lo spettatore arriva a una forte identificazione con il travaglio interiore di Arthur. Una soluzione pericolosissima quando l’uomo si abbandona al Male: la sua scelta di rispondere alle vessazioni subite con ferma violenza, con lucida vendetta, non ammette vie di fuga per chi guarda. Da ciò deriva la necessità di usare molta accortezza nel proporre il film a un pubblico di minori, che non posseggono ancora tutti gli strumenti di decodifica al pari degli adulti. Nonostante la sua forza e bellezza visivo-narrativa, “Joker” è tematicamente spinoso e insidioso: il film prende una piega pericolosa, perché sembra quasi indulgere o parteggiare per la reazione violenta del protagonista. Il Male diventa così una scelta inevitabile per sopravvivere in un mondo difficile o ingiusto. E questo è rischioso. Al di là di ciò, merita di essere richiamata la performance attoriale di Joaquin Phoenix (camaleontico interprete di “Il gladiatore”, “Walk the Line”, “The Master” e “Her”). La sua interpretazione di Joker è di sensazionale bravura: oltre alla trasformazione fisica, al lavoro minuzioso sulla delirante risata del clown, Phoenix è riuscito a restituire tanto la stratificazione di traumi e solitudine del personaggio quanto il suo deragliamento psicologico. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare come complesso, problematico e da gestire con cautela in presenza di minori.

Io, Leonardo è un film di genere biografico del 2019, diretto da Jesus Garces Lambert, con Luca Argentero e Angela Fontana. Distribuito da Lucky Red.

Io, Leonardo, il film direttto da Jesus Garces Lambert, porterà lo spettatore alla scoperta di Leonardo da Vinci, dell’uomo, il pittore, lo scienziato e l’inventore, attraverso un viaggio unico, coinvolgente e affascinante nella mente di Leonardo, una delle figure più geniali che la storia dell’umanità abbia mai conosciuto, noto a chiunque per aver dipinto “il quadro più famoso al mondo”, la Gioconda. E lo farà con uno sguardo molto lontano dagli stereotipi con cui Leonardo viene solitamente descritto.

C’era una volta… a Hollywood è un film di genere commedia, drammatico del 2019, diretto da Quentin Tarantino, con Leonardo DiCaprio e Brad Pitt. Durata 145 minuti. Distribuito da Sony Pictures Italia/Warner Bros. Pictures Italia.

C’era una volta a… Hollywood, il nono film diretto da Quentin Tarantino, è ambinatato nella Los Angeles del 1969, e nel mondo del cinema in particolare. Protagonista è Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), un attore con alle spalle il successo arrivato grazie a una serie televisiva western degli anni Cinquanta e una serie di film azzeccati, ma che ora teme che la sua carriera possa essere arrivata al capolinea. Ciò nonostante è restio ad accettare l’offerta di un produttore di recitare in uno spaghetti western in Europa, ritenendo il progetto non alla sua altezza. Invece, Dalton accetterà la parte del villain in una nuova serie tv western. Al suo fianco c’è sempre Cliff Booth (Brad Pitt), che è qualcosa di più del suo stuntman: è anche un autista, e un assistente factotum, e in fondo anche il suo unico vero amico. Anche Cliff fa fatica a trovare nuovi lavori, dopo che si è diffusa la voce che sia stato lui a uccidere sua moglie. Cliff abita in un roulotte assieme al suo pibull, ma passa buona parte del suo tempo a casa di Rick, che si trova in Cielo Drive, sulle colline di Bel-Air: una villa che si trova proprio al fianco di quella da poco presa in affitto dal regista Roman Polanski e da sua moglie, la bellissima attrice Sharon Tate (Margot Robbie).
Le vicende di Rick e Cliff e quelle di Sharon Tate procederanno in parallelo, fino a quando si incroceranno in maniera inaspettata proprio in una data fatidica.

Valutazione Pastorale

Esordiente con “Le Iene” nel 1992, per arrivare ai nove film conteggiati ad oggi, bisogna mettere sul conto di Quentin Tarantino, “Pulp Fiction” (1994); “Jackie Brown” (1997),” Kill Bill volume 1 e 2” (2002-2003); “Grindhouse – A prova di morte” (2007); “Bastardi senza gloria” (2009); “Django Unchained” (2012); “The Haiteful Eight” (2015); e “C’era una volta Hollywood” (2019). Si tratta di una filmografia densa, fin troppo sovraesposta, fin dall’inizio concentrata sui temi dell’azione, della violenza, di abbondanti efferatezze talvolta controllate talaltra molto sbrindellate. Tarantino è diventato negli anni l’autore di un cinema che più sottolineava certe situazioni individuali e collettive più le restituiva con il marchio della originalità. Riuscendo così a creare un mondo fantastico, autorevole e incisivo, segnato da personaggi forti e spietati, con non poche svolte nell’umorismo. Da questo punto di vista ogni film è un po’ la somma di tutti i precedenti. Così succede in questo grande affresco della Hollywood fine anni Sessanta. C’è un mondo, ci sono tanti mondi nell’universo di quegli anni, un periodo pieno di sussulti, di cambiamenti, nel cinema, nella storia, nella società. La California è un pianeta sterminato e a raccontarlo forse non bastano nemmeno i 161’ del questo film. Ci sono però cose, fatti, azioni, personaggi. C’è la parabola tra sconfitta e rivincita, tra fine e rinascita. C’è un mondo che finisce, mentre ne scorre il ricordo e forse il rimpianto. Il tutto avvolto in una grande, ariosa, svolazzante regia. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.