Babylon è un film di genere drammatico del 2022, diretto da Damien Chazelle, con Margot Robbie e Brad Pitt.

 

Babylon, il film diretto da Damien Chazelle, ci porta nella Los Angeles degli anni 20 del Novecento. È l’Epoca d’Oro di Hollywood, regno della sregolatezza, dell’esuberanza e delle folli ambizioni ma è anche un momento cruciale per l’industria cinematografica, con il passaggio dai film muti a quelli sonori. Una rivoluzione che segnerà l’ascesa di nuove stelle e la rovina di vecchie glorie.
Seguiamo le vicende personali e professionali dei quattro protagonisti principali: Manny Torres (Diego Calva), un aspirante attore ispano-americano, che all’inizio si deve accontentare di un lavoro di assistente sul set, Jack Conrad (Brad Pitt), un famoso attore, tra i più pagati a Hollywood, noto per la sua vita privata sregolata, tra feste, divorzi e affari pochi chiari, preoccupato dall’arrivo dal sonoro, che rischia di stroncargli la carriera.
C’è poi la conturbante ma insicura Nellie LaRoy (Margot Robbie), destinata a diventare una stella dall’oggi all’indomani. Per lei la vita dovrebbe essere un party senza fine.
Il quarto protagonista principale di questa storia è Sidney Palmer (Jovan Adepo) un giovane trombettista jazz che ha l’opportunità di iniziare una carriera nel cinema.
Intorno a loro ruotano diversi personaggi, da Elinor St. John (Jean Smart), giornalista specializzata in cronaca scandalistica senza peli sulla lingua, a James McKay (Tobey Maguire) un gangster tossicodipendente in cerca di gloria, da Fay Zhu (Li Jun Li), attrice e cantante spesso protagonista delle sfavillanti serate hollywoodiane, a Irving Thalberg (Max Minghella), uno dei più noti produttori cinematografici degli anni 20 e 30, unico personaggio del film realmente esistito.

Tratto dall’ominima pièce teatrale da lui stesso diretta, Alessandro Bardani realizza un film la cui apparente semplicità di esecuzione è frutto di una sensibilità artistica che trova una magica sintonia con gli attori.

Onestà intellettuale, sensibilità umana, generosità artistica.
È una rarità che un film possieda questa terzina di valori. Raccontare una storia con sincerità narrativa, a prescindere dal contenuto, significa conoscerne i limiti, individuarne la forza e darle risalto. Nello sviluppo (equilibrio sui tre atti) e nei dettagli (scene e dialoghi).
Il regista Alessandro Bardani ha lavorato a lungo sull’omonima pièce teatrale, da lui scritta e diretta insieme a Luigi Di Capua, che dal 2015 in poi ha entusiasmato il pubblico da ogni palcoscenico. La transizione della storia verso lo schermo ha dunque ereditato un solido copione, adattato dagli stessi Bardani e Di Capua con Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli. Con le potenzialità del cinema, erano molteplici le strade che si aprivano di fronte ai due autori, ma nessuna di quelle imboccate si è rivelata un vicolo cieco.

Il più bel secolo della mia vita racconta l’incontro tra un centenario e un 25enne. Il conflitto tra di loro non è soltanto generazionale. Il vecchio, pur contando i giorni che che gli rimangono, è proiettato verso il futuro come sempre ha fatto nella sua vita, in fuga da un passato che non ha mai voluto guardare in faccia. Il giovane, che davanti a sé ha un’eternità, si tiene ancorato alle sue radici con la frustrazione di non sapere a quale albero appartengano.
Il tema toccato dal film punta il dito contro una legge tuttora in vigore in Italia che impedisce a un figlio non riconosciuto alla nascita, di conoscere l’identità dei suoi genitori biologici, almeno non prima del compimento del centesimo anno di età. È questo l’elemento che accomuna i due protagonisti, interpretati dal perfettamente in parte Valerio Lundini e dal sempre impeccabile Sergio Castellitto (la cui performance è arricchitta dall’impressionante trucco prostetico di Andrea Leanza).

La collaborazione tra Bardani e i due attori porta rigogliosi frutti.
Di generosità artistica, si diceva, ce n’è in abbondanza e lo si comprende da come le interpretazioni si nutrano del testo e viceversa. L’irriverenza di alcuni passaggi è gestita con una sensibilità tale da mettere in risalto i sentimenti dei personaggi, senza mai dimenticare le motivazioni che li fanno andare avanti, a volte sulla stessa linea direttrice, altre volte in sensi opposti. Il titoli di coda arrivano dopo un bellissimo finale, quando ci si rende conto che sono trascorsi in totale 83 minuti. Ma il tempo cinematografico è relativo, se è usato con intelligenza. Ed è in questo momento che noi spettatori scopriamo cosa ci abbia lasciato Il più bel secolo della mia vita: un velo di compiutezza e soddisfazione. Uno stato d’animo gradito che vogliamo si protragga il più possibile.

La Cospirazione del Cairo è un film di genere drammatico, thriller del 2022, diretto da Tarik Saleh, con Tawfeek Barhom e Fares Fares. Durata 126 minuti. Distribuito da Movies Inspired.

La Cospirazione del Cairo, film diretto da Tarik Saleh, è incentrato sulla morte del Grande Imam durante il discorso di benvenuto di fronte un gruppo di studenti della rinomata università del Cairo, quella di Al- Azhar, nota come il centro del potere dell’Islam sunnita.
La scomparsa dell’Imam dà inizio a una lotta senza esclusione di colpi per influenzare coloro che dovranno prendere il suo posto. Lo sa bene Adam, un ragazzo di provincia da poco arrivato in città, che finirà nel bel mezzo di questi scontri e di questi giochi di potere, dopo che un suo compagno di studi viene rinvenuto morto nel cortile dell’università.

Passeggeri della Notte è un film di genere drammatico del 2022, diretto da Mikhaël Hers, con Charlotte Gainsbourg e Quito Rayon Richter. Durata 111 minuti. Distribuito da Wanted.

Passeggeri della Notte, scheda del film di Mikhaël Hers, è ambientato a Parigi negli anni ’80 e racconta la storia di Elisabeth (Charlotte Gainsbourg), lasciata di recente dal marito, si ritrova da sola a occuparsi dei suoi due figli adolescenti, Matthias e Judith (Quito Rayon Richter Megan Northam).La donna riesce a trovare lavoro in un programma radiofonico notturno. Qui incontra Talulah (Noée Abita), una giovane molto pigra che Elisabeth decide di prendere sotto la sua ala protettrice. È così che grazie a lei, Talulah scopre com’è vivere in una famiglia e con Matthias vive la dolcezza del primo amore.
Mentre Elisabeth cerca di trovare il suo percorso per realizzarsi, intorno a lei le persone vivono la loro esistenza tanto da portarla a chiedersi se la vita della sua famiglia sia ricominciata finalmente a scorrere come prima dell’addio di suo marito.