MARTIN EDEN
– VENERDI 27/09 | ORE 21:15
– SABATO 28/09 | ORE 21:15
– DOMENICA 29/09 | ORE 20:30

Martin Eden è un film di genere drammatico del 2019, diretto da Pietro Marcello, con Luca Marinelli e Jessica Cressy. Durata 129 minuti. Distribuito da 01 Distribution.

Martin Eden, il film diretto da Pietro Marcello, è una nuova versione cinematografica dell’omonimo romanzo di Jack London, pubblicato nel 1909. Protagonista è il giovane marinaio di umili origini Martin Eden (Luca Marinelli). Il marinaio salva da un’aggressione Arturo (Giustiniano Alpi), giovane rampollo della borghesia industriale. Per ringraziarlo Arturo lo invita nella sua abitazione di famiglia dove Martin Eden conoscerà e si innamorerà di Elena (Jessica Cressy), la  bella sorella di Arturo. La giovane donna, colta e raffinata, diventerà un’ossessione amorosa e il simbolo dello status sociale cui Martin aspira a elevarsi. Martin inseguirà il sogno di diventare scrittore, a costo di sacrifici e fatiche affrontando i limiti della propria umile origine.  Influenzato dal vecchio intellettuale Russ Brissenden (Carlo Cecchi), si avvicina ai circoli socialisti, entrando per questo in conflitto con Elena e con il suo mondo borghese.

Valutazione Pastorale

Tra i tre film italiani in gara a Venezia 76, è quello che ha lasciato l’impressione più forte. Partendo dalle pagine del romanzo americano omonimo scritto da Jack London nel 1909 (un classico), Pietro Marcello cambia a fondo lo scenario e sposta tutto dalla California a Napoli. Quello che sembra un cambio drastico in realtà permette di ancorare la vicenda al tessuto del nostro Paese, conservando comunque un forte respiro internazionale. Mentre attraversa le fratture sociali e lavorative del XX secolo, il giovane Martin non riesce a trovare una propria identità, una collocazione precisa. Ne esce un potente racconto di denuncia, tra storie di emarginazione e di lavoratori delusi e arrabbiati, mescolando alla narrazione (è un momento di grande significato per Marcello) all’attualità inserti di repertorio del cinema delle origini. Con una regia controllata e visionaria, il regista compone un’ operazione antropologico valida e suggestiva. Dal punto di vista pastorale, il film è complesso, problematico e adatto per dibattiti.