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Sabato 21/04 | Ore 21:00
Domenica 22/04 | Ore 18:00 e 21:00

LA TERRA BUONA

Regia di Emanuele Caruso. Con Lorenzo Pedrotti, Fabrizio Ferracane, Viola Sartoretto, Cristian Di Sante, Giulio Brogi. Genere Drammatico. Durata 110 minuti. Distribuito da Obiettivo Cinema.

Soggetto Emanuele Caruso, Marco Domenicale – Sceneggiatura Emanuele Caruso, Marco Domenicale – Fotografia Cristian De Giglio – Montaggio Emanuele Caruso, Ilenia Zincone – Scenografia Jacopo Valsania – Costumi Simone Oliveri – Musica originale Remo Baldi

www.laterrabuona.com

Dopo un lungo viaggio partito dalla Capitale Giulia, detta Gea, e il suo amico Martino si ritrovano in Val Grande, estremo nord Italia, a una sessantina di chilometri dal confine con la Svizzera. Gea ha un cancro al sistema linfatico, nessuna cura sembra funzionare, e lo zio di Martino, don Lorenzo, le ha indicato come ultima speranza Giuseppe Mastroianni, un medico che da anni sperimenta cure alternative. Peccato che Mastroianni sia nascosto fra le montagne perché accusato di avere “quasi ucciso” un paziente.
Al suo secondo lungometraggio dopo E fu sera e fu mattina, premio F.I.C.E. come Film indipendente del 2014, il regista albese Emanuele Caruso tenta un’impresa ardua: realizzare un lungometraggio di finzione a bassissimo budget (raccolto in buona parte attraverso il crowdfunding) girato in una delle zone più incontaminate e impervie d’Italia.
La produzione ha ricevuto il sostegno (oltre che della Film Commission Torino Piemonte e di altre realtà associazionistiche regionali) da un pool di aziende alimentari locali che hanno fornito i cibi che, cucinati dagli allievi di una scuola alberghiera del posto, hanno sfamato cast e troupe.

Questo tipo di eroismo “fitcarraldico” fa subito simpatia, soprattutto verso un autore giovane che ha già dimostrato talento dietro la macchina da presa, ma non lo esime dalle critiche per quelli che sono i punti deboli di questo lavoro: una costruzione dei personaggi poco sviluppata che genera la recitazione fuori fuoco di un cast di attori affermati come Mattia Sbragia e Fabrizio Ferracane, e di giovani promettenti come Cristian Di Sante, già anima comica di Spaghetti Story. Anche il mix di accenti regionali (il romanesco di Di Sante e le inflessioni nordiche di Lorenzo Pedrotti e Viola Sartoretto, che stando alla trama sarebbero cresciuti a Roma) risulta straniante. Quella che invece è indiscutibilmente magnifica è la fotografia di Cristian De Giglio, che conferma un’abilità tecnica e una qualità poetica degne di nota. Sotto la guida di Caruso, di cui è sodale già dal film precedente, De Giglio racconta per immagini un paradiso naturale pronto per un fantasy, senza dimenticare quel “realismo ontologico” che rimanda a Olmi ma anche, nella memoria più recente, a Michelangelo Frammartino, Giorgio Diritti e Marco Segato.

La storia de La terra buona è ispirata a tre vicende realmente accadute e alla figura carismatica di un sacerdote, Padre Sergio De Piccoli, che ha costruito un’imponente biblioteca nell’isolamento della natura selvaggia. La trama relativa al medico che crea un farmaco “alternativo” cammina lungo un crinale etico pericoloso, respirando le ideologie contemporanee che mettono in discussione la medicina tradizionale, senza però mai prendere una posizione definita al riguardo: nella recitazione esitante di Ferracane, Mastroianni appare più confuso che persuaso rispetto ai suoi stessi metodi sperimentali. Al contrario, l’esperimento filmico di Caruso è notevole nella sua ricerca di strade nuove per un cinema fieramente indipendente: più tempo di ripresa, più mezzi e meno ambiguità lo aiuteranno, al prossimo lungometraggio, a lavorare meglio sulla narrazione e sugli attori.

Commissione Nazionale per la Valutazione dei Film – Conferenza Episcopale Italiana

Val Granda, in Piemonte, ai confini con la Svizzera. In una zona aspra dalla natura incontaminata, vive Padre Sergio, monaco benedettino 80enne, in una vecchia baita che lui stesso ha costruito…
L’ambientazione nella Val Grande, zona selvaggia e incontaminata, è del tutto funzionale alla costruzione di una storia che si muove tra realtà e favola. Alla guida c’è padre Sergio, monaco 80enne, figura di saggio quant’ altri mai, che tiene a bada un manipolo di personaggi strani e inattesi: a partire da due giovani, che arrivano in quei luoghi in modo riservato e misterioso, e che dovranno confrontarsi con altri individui residenti sul posto. E’ una vicenda che viene svelandosi a poco a poco, per cui conviene non rivelare poi troppo per lasciare al racconto il compito di svelarsi a poco a poco. E saranno rivelazioni che metteranno di fronte verità e menzogna, sincerità e inganno, in un continuo ribaltamento di dubbi e incertezze. Al di sopra si erge una fede, frutto dell’incontro tra voglia di migliorare, bisogno di perdono, capacità di aderire al misericordioso disegno della ‘buona terra’, ossia quel misterioso equilibrio del creato, che è per tutti fonte di serenità.

Film adatto per dibattiti sulle suggestive possibilità offerte dalla nuda ricchezza della terra. Anche in situazione metaforica.

The Good Heart

Dal regista di “E fu sera e fu mattino” una pagina sul luogo meno conosciuto del Piemonte. Chi pensava che la nostra regione ospitasse un simile tesoro?
Al confine con la Svizzera, in Val Grande, la zona wilderness più grande d’Europa (152km quadrati), non ci sono strade, negozi, paesi, pali della luce e segni dell’uomo. In questa natura incontaminata vive ancora un’ultima persona. Padre Sergio, monaco benedettino di oltre 80 anni, che da 40 anni vive in una vecchia baita che lui stesso ha ricostruito. Con il monaco vive anche Gianmaria, un piccolo e tozzo uomo dal fare buono, che da diversi anni assiste Padre Sergio in tutti i suoi bisogni. Di ritorno dal paese più vicino per provviste, a 4 ore di cammino fra i monti, Gianmaria torna con
due persone mai viste prima. Sono due ragazzi disperati e assolutamente molto preoccupati. Sono stremati dalla fatica per il lungo cammino e stranamente non sono lì per incontrare il vecchio monaco. Stanno invece cercando un'altra persona che, in gran segreto, è ospite da Padre Sergio da oltre un mese, al quale i due nuovi arrivati presentano una richiesta che non può aspettare. Di vita o di morte. Così, il loro arrivo, stravolgerà e metterà a rischio per sempre la pace e la serenità di uno degli ultimi angoli di Paradiso rimasti in Terra.