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Sabato 04/11 | Ore 21:00
Domenica 05/11 | Ore 16:00 e 21:00

VITTORIA E ABDUL

 

 

Abdul Karim, umile impiegato indiano, ventenne o poco più, viene scelto per consegnare un omaggio alla regina Vittoria, in occasione del giubileo per i cinquant’anni del regno. Viene scelto esclusivamente in virtù della sua altezza, come a dire per puro caso. Diventerà il servitore, poi il segretario e infine il “Munshi”, il maestro spirituale, della regina e imperatrice. La loro amicizia sarà così salda e intima da infastidire e spaventare la famiglia reale e la corte dei più prossimi al trono, al punto che il figlio, Edoardo VII, darà alla fiamme la loro corrispondenza e ogni testimonianza di quella relazione.

In occasione del Golden Jubilee, il giovane indiano Abdul riceve l’incarico di consegnare personalmente alla regina Vittoria una medaglia d’oro, come segno di affetto e di rispetto nei confronti del Regno. Onorato da questo compito, Abdul attende il gran giorno con eccitazione e quando consegna alla regina il suo dono non riesce a resistere alla tentazione di guardarla, infrangendo così una delle tante regole cui doveva sottostare. Lo scambio di sguardi tra i due è rapido ma sufficiente a risvegliare l’interesse e la curiosità della prima donna inglese che accoglie il giovane tra le sue grazie. Questo umile servo di fede mussulmana diviene prima così suo personale confidente, poi intimo amico e persino Munshi (Maestro), dedicando buona parte del suo tempo a insegnarle l’urdu, la lingua ufficiale del suo Paese, e il Corano. Mentre il legame tra i due si fa sempre più speciale, a corte saltano gli umori e gli uomini e le donne più vicine alla regina, così come gli esponenti del Governo e il povero trascurato Bertie, futuro re Edoardo VII, li osservano con scandalo e fastidio e provano ribrezzo di fronte a questa relazione inusuale e scomoda, che mina la stabilità di un intero sistema e della classe sociale.
Presentato Fuori Concorso a Venezia, Vittoria & Abdul trae ispirazione dal libro di Shrabani Basu, presto in arrivo anche in Italia con il titolo di «Vittoria e Abdul. La vera storia del confidente più vicino alla regina», dove si narra del legame tra due essere umani di estrazione sociale, religione e cultura diversa.
La storia, fino a oggi sconosciuta, è stata poi rimaneggiata da Stephen Frears, assumendo la forma di una favola moderna e irriverente. Il regista non nasconde le sue intenzioni e chiarisce fin da subito di averci messo del suo e di averla romanzata quel tanto che basta per renderla interessante e accattivante agli occhi dello spettatore. La relazione platonica e romantica tra Vittoria e Abdul si fa però anche strumento per indagare il complicato rapporto tra due culture  e due modi di pensare diametralmente opposte, in un periodo storico in cui una delle due ha un ben preciso ruolo di supremazia sull’altra. Il film di Stephen Frears regge da un punto di vista contenutistico e stilistico, deride con umorismo graffiante le rigide convenzioni dell’epoca, si regge su una trama asciutta che intrattiene e diverte e vive grazie alla statuaria presenza di Judi Dench, ancora un volta regina del e per il cinema. Si fa inoltre portare di un messaggio politico mai come oggi attuale e provocatorio.